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Come difendere orti e frutteti da cinghiali e altri animali selvatici. Il peperoncino, un rimedio economico ed ecologico

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Il peperoncino efficace rimedio contro i cinghiali

Come limitare i danni arrecati  ai nostri orti dagli animali selvatici, come ad esempio tassi, volpi e cinghiali? 

Fare l’orto sta diventando una passione sempre più diffusa, anche in città, dove in tantissimi sentono il bisogno di ritrovare un migliore stile di vita e un’alimentazione più sana. Nelle grandi città si diffondono gli orti urbani e chi può s’ingegna nel realizzare piccole coltivazioni perfino sui balconi dei condomini.

Ovviamente chi ha la fortuna di vivere in campagna non si lascia sfuggire l’opportunità di coltivare ortaggi, verdura e frutta che rappresentano, in un’epoca attanagliata dalla crisi, una notevole fonte di risparmio per le famiglie.

Coltivare un piccolo orto, stare a contatto con la Natura, veder crescere e raccogliere i frutti della terra, genera un profondo stato di benessere, senso di soddisfazione, scarica dallo stress, ritempra nel cuore e nello spirito. Non a caso nel Nord Europa la coltivazione delle piante è ampiamente utilizzata come terapia medica, l’ortoterapia, capace di migliorare lo stato di salute delle persone malate, anziani e diversamente abili, sia da un punto di vista fisico che psicologico.

Per coltivare occorre, però, una buona dose di dedizione e pazienza. E qualche volta non fila tutto liscio come si vorrebbe….

Infatti, gli agricoltori e gli appassionati di agricoltura e giardinaggio sanno bene quali danni possono arrecare i parassiti, le fito-malattie e gli animali selvatici alle coltivazioni. I cinghiali e le altre specie onnivore, di abitudini spesso notturne o crepuscolari, spinti dalla fame, si avventurano anche vicino alle abitazioni pur di procurarsi le preziose leccornie dei nostri orti e frutteti.

In commercio sono disponibili numerosi stratagemmi più o meno efficaci per scoraggiare le “scorribande” notturne degli animali selvatici, in particolare dei cinghiali. cinghialiRecinzioni elettrificate, dissuasori ottici e acustici, emettitori di ultrasuoni, cannoni a gas, ecc.  Questi rimedi però possono risultare fastidiosi e sono abbastanza costosi. Ovviamente sono da bandire completamente le sostanze chimiche e i metodi cruenti (trappole, caccia) che possono arrecare danni non solo agli animali e all’ambiente ma anche all’uomo.

COME DIFENDERE LE COLTURE. Un metodo economico, semplice ed ecologico che può avere successo per tenere lontano tassi, cinghiali, caprioli, lepri ecc dai nostri orti, è quello di tracciare un perimetro intorno alle nostre colture con del peperoncino in polvere piccante.

COME FARE. Basta procurasi il comune peperoncino, il più piccante possibile, e cospargerlo intorno alle colture che vogliamo proteggere dai selvatici. Occorre triturare e sminuzzare finemente peperoncini interi, compresi  i semi, avanzati dai raccolti precedenti (mi raccomando piantate sempre peperoncino in abbondanza!). Se non ne avete, è possibile procurarsi del peperoncino piccante in un qualsiasi supermercato, dove viene venduto ad un costo irrisorio in pezzi tritati grossolanamente oppure già ridotto in polvere finissima. Il costo per 100 gr è di circa 2 € o anche meno.

Cospargere abbondanti manciate di polvere piccante, per una fitto perimetro intorno alle colture (pomodori, legumi, mais, ortaggi vari, fragole, uva, ecc.). La “linea di peperoncino” va tracciata a 0,5 – 1 metro di distanza dalle piante, evitando il più possibile “varchi” vuoti nel perimetro, altrimenti il rimedio potrebbe rivelarsi meno efficace. E’ bene, ripetere l’operazione almeno ogni 10 giorni nel periodo di fruttificazione e raccolta degli ortaggi, soprattutto dopo le piogge che possono dilavare la polvere piccante.

Il metodo è ancora più efficace se assieme al peperoncino vengono sminuzzate foglie oppure bulbi di aglio. Anzi, intorno agli orti andrebbe sempre piantato abbondante aglio! L’aglio crea un “recinto” naturale particolarmente repellente per molti animali, comprese varie specie di insetti. L’odore dell’aglio sminuzzato persiste molto a lungo, anche se noi umani, dotati di olfatto debole rispetto agli animali, non riusciamo ad avvertirlo.

Perché funziona?  Tutti i mammiferi selvatici, ed in particolare cinghiali, tassi, cervi, caprioli, lepri possiedono un olfatto estremamente sviluppato. Questi animali utilizzano il senso dell’olfatto per individuare fonti di cibo e per fiutare eventuali tracce di pericolo. Soprattutto i cinghiali amano grufolare, annusare, rivoltare e scavare il terreno alla ricerca di tuberi, ghiande, radici e piccoli mammiferi. Osservate il loro particolare metodo di ricerca del cibo in questo video.

L’animale che si avvicina al nostro orto o al nostro frutteto, dunque, avvertirà già da una certa distanza un odore fastidioso e irritante (segno di pericolo) e tenderà ad allontanarsi. Se poi le sensibilissime mucose nasali dovessero venire a contatto con la polvere piccante del peperoncino, avvertiranno un fortissimo bruciore che li farà scappare a gambe levate!

peperoncini piccantiA distanza di pochi minuti il dolore intenso scomparirà e l’animale non subirà alcun danno permanente. Però, l’incauto animale non dimenticherà facilmente l’esperienza negativa. Soprattutto i cinghiali, essendo animali intelligenti e “sociali” , conserveranno per sempre il ricordo e “trasferiranno” l’informazione di pericolo anche agli altri componenti del branco. Ciò farà sì che i nostri ortaggi saranno al sicuro a lungo da eventuali nuovi attacchi, senza usare metodi chimici, costosi o cruenti.

Pensate sia un metodo poco efficace o difficile da praticare? Il peperoncino è alla base del famoso “spray al peperoncino” che è  utilizzato efficacemente per la difesa contro aggressioni di persone e animali. In Africa la FAO consiglia l’uso del peperoncino addirittura per scoraggiare gli attacchi degli elefanti! Da anni un infuso di peperoncino e aglio è utilizzato come efficace antiparassitario delle piante, in particolare contro gli attacchi degli afidi, i “pidocchi” delle piante.

La dissuasione olfattiva con metodi naturali è un metodo che andrebbe ampiamente sperimentato e diffuso perché economico, efficace e del tutto inoffensivo per gli animali e per l’uomo. Provare per credere!

Approfondimenti. Piante che attirano i cinghiali: il gigaro.

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Il gigaro è una specie selvatica particolarmente ricercata dai cinghiali in Primavera

Finora abbiamo parlato di rimedi naturali e piante sgradite ai cinghiali. Parliamo adesso delle specie che invece attraggono particolarmente il cinghiale. Sappiamo che è un animale onnivoro, la cui dieta comprende ghiande (nel periodo in cui sono abbondanti), frutti, bacche, tuberi, radici, funghi,  ma anche insetti ed altri invertebrati, uova  e carcasse di animali o pesci. Può anche cacciare attivamente nutrendosi di rane, topi, serpenti e animali fino alla taglia di un cerbiatto o di un agnello. Per quanto riguarda le piante selvatiche ci sono alcune specie che sono particolarmente gradite ai cinghiali. Si tratta di specie spontanee che possiedono bulbi e rizomi carnosi. Ad esempio i bulbi sotterranei di numerose specie di Orchidee spontanee sono assai ricercati.  In particolare, soprattutto all’inizio della Primavera, i cinghiali sembrano particolarmente attratti dai rizomi del gigaro chiaro (Arum italicum Mill., 1768) e del gigaro scuro (Arum maculatum),  piante erbacee spontanee appartenenti alla famiglia delle Araceae. Queste piante, tossiche per l’uomo, sono assai comuni nei sottoboschi, margini di campi e strade. I cinghiali, dotati di uno straordinario olfatto e aiutati (probabilmente) dalla incredibile capacità di queste piante di emettere, quando sono in fiore, un debole calore (dal greco “aron” = caldo, calore), cercano attivamente queste piante. Per cercarle si spingono fino a dentro i centri abitati. Quando le trovano, arano letteralmente il terreno divorando avidamente il bulbo e tutte le parti tenere della pianta. Infatti,  il rizoma del gigaro contiene sino al 70% di amido!  In effetti, dopo la cottura che neutralizza i veleni e il sapore, resta una sostanza commestibile, che un tempo veniva impiegata per allungare la farina e che era venduta come amido, con il nome di “tapioca di Portland”.  Se queste piante sono presenti ai bordi dei nostri orti, i cinghiali dapprima consumeranno queste e poi, se disponibili, dedicheranno le loro attenzioni ai nostri orti. Consiglio di tenere sotto controllo la presenza di questa specie invasiva nei nostri orti ma di lasciar propagare la specie lontano da orti e centri abitati in quanto, se presente, i cinghiali si dedicheranno certamente al consumo di questa lasciando in pace le nostre colture.

Articolo di Ivan Serafini

 

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