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Il borgo fortificato di Torrebruna

borgo fortificato di Torrebruna

Torrebruna

Tipologia: Cerchia urbana con torre; Ubicazione: Centro storico;

Utilizzazione: Fruibile, adibito a abitazioni, attività commerciali e servizi.

Epoca di costruzione: Primo impianto: XIII secolo; aspetto dopo le trasformazioni: XVIII secolo; Primo impianto: XI-XII secolo.

Stato di conservazione: Borgo fortificato: rudere, ma parzialmente integro anche per la presenza della torre e delle porte urbiche.

Come Carunchio e Castiglione Messer Marino, Torrebruna presenta un impianto ad anelli concentrici sfalsati secondo le curve di livello a partire dal punto più elevato ove è ubicata la chiesa della Trasfigurazione di Nostro Signore Gesù Cristo (ante secolo XVII) e degradanti verso Sud-Est secondo una consuetudine diffusa. Questo centro posto a controllo del tratturo Ateleta-Biferno e del Passo Forca delli Colli doveva avere sin dall’inizio una torre di avvistamento recintata che poi con il tempo può avere assunto la forma urbana di un primo nucleo primitivo compreso tra via Orientale e Largo della Torre per poi includere la restante area a Sud del fianco della chiesa parrocchiale.

Oltre al toponimo significativo Largo o Piano della Torre, a Torrebruna si conserva la porta urbica “da Piedi” detta Porta Murella e le case-mura di via Orientale con torre urbica. Questa torre circolare con mura a scarpa, tipologicamente affine a quelle di Casalbordino, Tornareccio e Vasto, secondo V. Furlani (cfr. bibliografia), databile dopo il 1320 in realtà per l’assenza del redendone torico, è avvicinabile a quelle di Monteodorisio di Porta Carbonara e Via Muro Rotto, probabilmente più antiche di quelle di Monteodorisio e di Casalbordino (il castello di Monteodorisio dagli scavi archeologici risulta essere dei primi anni del cinquecento).
Il borgo fortificato di Torrebruna, nonostante i numerosi vuoti causati dai vari dissesti geologici documentati nell’Ottocento che hanno portato a decisioni semplificative di demolizioni (come la ventilata opportunità di demolire la chiesa, se necessario, nel 1951 che ricorda i casi estremi di Vasto per la Chiesa di San Pietro o di Castelguidone per la Chiesa di Santa Maria della Stella), presenta ancora una sua compattezza e una sua integrità negli isolati, nei vicoli e nei sottoportici, al di là della facies esterna rinnovata per lo più dopo il XVIII secolo. (M. Ma.)

Bibliografia

Le informazioni relative all’epoca di costruzione, alle successive trasformazioni dell’impianto e allo stato di conservazione sono state attinte da:
– G. Chiarizia, Schedatura analitica delle opere fortificate abruzzesi, in Abruzzo dei Castelli (cfr. bibliografia);
– G. Chiarizia, Elenco delle fortificazioni, in Atlante dei Castelli d’Abruzzo (cfr. bibliografia).
Queste pubblicazioni sono il frutto editoriale del trentennale lavoro di ricerca della sezione abruzzese dell’Istituto Italiano dei Castelli. Va, inoltre, specificato il fatto che durante i sopralluoghi e a seguito di un indagine conoscitiva svolta sul territorio del Vastese, sono stati aggiunti, ove possibile, ulteriori dati.

Abruzzo dei Castelli. Gli insediamenti fortificati abruzzesi dagli Italici all’Unità d’Italia, Pescara, 1993;
Atlante dei Castelli d’Abruzzo. Repertorio sistematico delle fortificazioni, Pescara, 2002;
– L. Busico., Le torri della Contea di Monteodorisio, tesi in Storia dell’Architettura, anno accademico 1998-1999, Facoltà di Architettura, Università degli Studi “G. D’Annunzio”, Chieti-Pescara;
– V. Furlani, Studio e progetto di fattibilità recupero e valorizzazione centri storici recupero e sviluppo artigianato tipico. Comunità Montana AltoVastese, Schedatura Analitica parte II, Chieti, 1993;
– V. Furlani, Centri Storici. Interpretazione dei processi storico formativi e della dinamica aggregativi, Provincia di Chieti Assessorato Assetto del Territorio Settore V Urbanistica e Pianificazione territoriale, CD-Rom, s.d. [ma 1998-99].

Fonte: le informazioni sono state tratte dal sito www.trignosinelloturismo.it/.