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Il futuro senza petrolio: il bioetanolo estratto dalla canna comune (Arundo donax)

Bioetanolo estratto dalla canna comune (Arundo donax). Ottima risorsa a basso costo

bioetanolo estratto dalla cannaSCIENZA & AMBIENTE. A Rivalta Scrivia, in provincia di Alessandria, è sorto il laboratorio del gruppo M&G (Mossi e Ghisolfi), dove è stato sperimentato il bioetanolo avanzato di seconda generazione, estratto  dalla canna comune.

«Era necessario trovare una pianta che unisse cinque caratteristiche», spiega l’ingegnere Giuseppe Fano, direttore M&G . «Non fosse alimentare – per uomini o animali – per motivi etici; avesse scarso bisogno di acqua e di concimi; fosse disponibile tutto l’anno; crescesse su terreni marginali poveri e non utilizzati dalle coltivazioni intensive; fosse autoctona, ampiamente diffusa, disponibile e con un’alta resa. Dopo cinque anni di ricerche e sperimentazioni, l’abbiamo trovata», prosegue Fano.

La canna comune, ha tutte le caratteristiche richieste e inoltre fornisce 40 tonnellate per ettaro di sostanza secca equivalente e, una volta lavorata, consente di ottenere 10 tonnellate per ettaro di bioetanolo, addirittura di più di quanto si ricava dalla canna da zucchero in Brasile.

L’apparato radicale della canna comune raggiunge notevoli profondità (oltre 3 m), sino alle falde superficiali. Per le sue caratteristiche la canna è capace di svolgere anche un efficace effetto fitodepurante assorbendo i nitrati eventualmente presenti nel terreno.

Il trattamento di estrazione del bioetanola dalla pianta è semplice e non richiede l’uso di additivi chimici. Dopo lo sminuzzamento, la massa vegetale viene «cotta» e fatta fermentare. Se ne ricava un liquido con un certo contenuto di etanolo che, attraverso altri passaggi arriva a un contenuto di alcol etilico fino al 99%. Come sottoprodotto rimane la lignina, che ha un potere calorifico superiore al legno e viene bruciata per alimentare il processo industriale. Ciò che resta sono acque reflue contenenti carbonio dalle quali si può ricavare ancora metano e biogas e chiudere il ciclo industriale «bio» fino in fondo.

Si tratta, finalmente, di una valida alternativa al petrolio?

Il bioetanolo è competitivo se il prezzo del petrolio non scende sotto i 60-70 dollari al barile. Considerando che le quotazioni di un paio d’anni fa sono giunte anche a 140 dollari a barile, e che è una materia prima facilmente influenzabile da variabili geopolitiche, sociali e ambientali, riteniamo sia una valida soluzione anche dal punto di vista economico!

Speriamo ci siano ulteriori progressi della scienza e della tecnica  in questa direzione!

La Vallata del Trigno è particolarmente adatta alla coltivazione, nelle aree incolte, della canna comune.

La pianta è assai diffusa allo stato spontaneo,  ed è oggetto della suggestiva processione che si tiene l’8 di settembre presso il Santuario della Modonna del Canneto di Rovvavivara (CB).  In occasione della festa in onore della Madonna del Canneto, infatti, i pellegrini che partecipano alla processione  stringono tra le loro mani delle canne, a ricordare il mito secondo cui la Vergine venne proprio ritrovata in un canneto.

Articoli di approfondimento:

http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/energia_e_ambiente/10_dicembre_20/bioetanolo-carburanti-virtuani_da4a6850-0c02-11e0-939a-00144f02aabc.shtml

La canna Arundo Donax: ideale per produrre bioetanolo

http://www.progettobiomasse.it/it/pdf/seminari/12_ore12_Fano.pdf

Elenco di link di approfondimento sulle biomasse:

http://www.rinnovabili.it/archivio-biomassa