Anfibi e Rettili sono specie tutelate dalla legge. Il territorio del Vastese vanta la presenza di 17 specie di Rettili e 11 di Anfibi
Anfibi e Rettili appartengono alla cosiddetta fauna minore (o piccola fauna) che comprende anche i chirotteri, i pesci, i crostacei, gli insetti, ecc. Tutti gli anfibi ed i rettili presenti in Italia sono protetti da normative comunitarie ed internazionali, in primis dalla Convenzione di Berna del 1979.
In Abruzzo la fauna minore è protetta in particolare dalla L.R. 7 settembre 1993, n. 50, recentemente sostituita dalla L.R. n. 59 del 22/12/2010, che tutela tutte le specie della fauna selvatica vulnerabili, divenute rare o in via di estinzione e ne protegge gli habitat, compresi quindi anche Anfibi e Rettili.
Nel territorio vastese, dalla costa di Vasto e San Salvo sino ai Monti dei Frentani, sono presenti numerose specie di Anfibi e Rettili. Nello specifico, in questo territorio vivono 17 specie di Rettili e 11 di Anfibi.
Tra le 17 specie di Rettili, è di particolare rilievo la presenza della Tartaruga di Hermann, della Testuggine palustre europea, del Cervone e della Luscengola.
Per gli Anfibi, oltre alle specie più comuni, sono da annoverare la Salamandrina dagli occhiali, il Tritone italiano, il Rospo smeraldino, la Rana dalmatina e l’Ululone appenninico, specie ovunque in forte rarefazione a causa dell’inquinamento e delle modificazioni ambientali.
La presenza di queste specie minacciate di estinzione, conferma la grande importanza del Medio e Alto Vastese sotto il profilo naturalistico. La ricchezza dell’erpetofauna del comprensorio vastese fornisce un contributo importante per garantire la conservazione della biodiversità nella Regione Abruzzo.
Auspichiamo, perciò, l’avvio di studi sistematici del tutto assenti in questa area, da sempre considerata marginale ed ingiustamente trascurata sotto il profilo scientifico (e non solo). Sicuramente ricerche specifiche permetteranno di valutare la consistenza delle popolazioni presenti e di attivare le necessarie misure di tutela, come richiesto dalle normative europee.
Censimenti e relazioni sull’erpetofauna e sugli anfibi, inoltre, saranno di supporto al progetto del Parco Regionale dei Monti Frentani, che il Centro Studi per la Montagna Vastese e della Valle del Trigno sta portando avanti.
Di seguito riportiamo l’elenco delle specie sinora individuate.
ANFIBI
Raganella italiana (Hyla intermedia). Un tempo comune in tutto l’Abruzzo, sta diventando sempre più rara a causa delle modificazioni ambientali. Nel vastese è specie segnalata in varie località collinari e costiere.
Rana agile (Rana dalmatina). La Rana agile è specie poco comune in Abruzzo. Nel vastese è presente con pochi nuclei in alcuni comuni del vastese (Torrebruna, Celenza, San Giovanni L., Carunchio ecc). Mancano ulteriori segnalazioni, ma è probabile che la specie sia presente anche in altre località. Per la difesa della specie è opportuno valutare attentamente la pulizia e la disinfestazione delle fontane e degli abbeveratoi, per evitare la distruzione dei pochi habitat dove questa e altre specie ancora sopravvivono.
Rana appenninica (Rana italica). La rana appenninica è endemica dell’Italia peninsulare. In Abruzzo è segnalata soprattutto nella porzione settentrionale della regione ed in provincia di Chieti. Nel vastese è presente in varie località dei Monti dei Frentani e della valle del Trigno.
Rana verde (Rana esculenta, Rana bergeri, Rana lessonae). Le rane verdi sono frequenti in tutta la regione. Appartengono a varie specie non facilmente riconoscibili, a causa della notevole variabilità e della tendenza all’ibridazione. Nel vastese la rana verde è l’anfibio più comune, presente in quasi tutti gli stagni e nelle aree fluviali.
Rospo comune (Bufo bufo). E’ l’anfibio di maggiori dimensioni d’Europa. Diffuso in tutta la regione, è comune in tutto il vastese, dove è frequente anche nelle zone abitate. E’ oggetto di numerose credenze popolari come quella che riferisce che sia un animale pericoloso per l’uomo. In effetti, i rospi comuni posseggono ghiandole velenifere ai lati della testa, le ghiandole paratoidi, che producono la Bufonina, sostanza tossica se iniettata, ma che produce soltanto irritazione al contatto. Lo scopo di queste ghiandole velenifere è puramente difensivo: serve ai rospi per evitare di essere divorati dai predatori. Si tratta, invece, di un animale del tutto inoffensivo ed estremamente utile, in quanto abile predatore di specie dannose all’agricoltura.
Rospo smeraldino (Bufo viridis). Specie che appare in declino in tutta la regione, anche se i dati disponibili sulla diffusione della specie sono ancora imprecisi. Nel vastese è presente lungo la costa e in varie località dell’interno, soprattutto a quote basse.
Ululone dal ventre giallo o Ululone appenninico (Bombina variegata pachypus). L’Ululone è una specie endemica italiana, distribuita dalla Liguria centrale sino all’Aspromonte. Un tempo comune, l’Ululone è divenuto assai raro in tutto il suo areale, compreso l’Abruzzo, dove è segnalato in pochissime località. Nel vastese è localizzato in alcune stazioni dei Monti dei Frentani (oss. pers.). La sua presenza ed i particolari habitat dove vive (piccoli stagni, fontanili, pozze d’acqua) devono essere gelosamente protetti per consentire la sopravvivenza delle ultime popolazioni.
Salamandra pezzata (Salamandra salamandra gigliolii). In Abruzzo è specie poco comune. Nel vastese è poco frequente ed è segnalato nelle aree meno antropizzate (Abetina di Castiglione Messer Marino, Colle della Carunchina).
Salamandrina dagli occhiali (Salamandrina tergiditata). Specie endemica della penisola italiana, in particolare dell’Appennino centro-meridionale. In Abruzzo è localizzata soprattutto nelle valli ombrose della provincia di Chieti, del Gran Sasso e del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Nel chietino è stata individuata una stazione dove è presente una colonia a 150 m.s.l.m, a pochi metri dalla costa. Nel vastese si conservano importanti nuclei presso l’Abetina di Castiglione Messer Marino e in diverse altre località dei Monti dei Frentani. La sua presenza è particolarmente significativa e merita ulteriori studi per monitorare le popolazioni presenti.
Tritone crestato italiano (Triturus carnifex). Specie presente in buona parte della regione. In alcune località della provincia di Chieti è stato rinvenuto anche vicino alla costa. Nel vastese il tritone crestato è poco comune, localizzato in poche stazioni, soprattutto lungo la valle del Trigno.
Tritone italiano (Lissotriton italicus). Specie endemica dell’Italia centro-meridionale, in Abruzzo è distribuito lungo le principali catene montuose. La specie è presente anche in diverse località del Chietino e del vastese. Si tratta di una specie di rilevante interesse conservazionistico.
RETTILI
Biacco (Hierophis viridiflavus var. carbonarius). In Abruzzo è presente esclusivamente nella varietà melanica. Infatti, è chiamato localmente serpente nero (serpa nere). Si tratta del rettile più comune e facile da avvistare.
Cervone (Elaphe quatuorlineata). Il Cervone è specie tipica dell’Italia centro-meridionale. In Abruzzo è presente in buona parte della regione. A Cocullo (AQ) il cervone è il protagonista della famosa festa dei serpari di San Domenico, che si tiene ogni primo giovedì di maggio. Nel vastese è specie molto conosciuta dalle popolazioni locali ed è abbastanza comune soprattutto nelle aree di macchia mediterranea. Può raggiungere la lunghezza di 240 cm, risultando così il rettile di maggiori dimensioni della nostra erpetofauna. Secondo alcuni, il nome cervone deriva dal fatto che i pastori che lo vedevano durante la muta scambiavano la pelle secca della testa per delle corna. Una leggenda popolare del vastese, infatti, racconta di un serpente con corna, baffi e orecchie chiamato “lu ceuse“. Potrebbe trattarsi proprio di esemplari di cervone visti in fase di muta.
Colubro di Esculapio o Saettone comune (Zamenis longissimus). Presente in buona parte della regione, nel vastese è abbastanza diffuso. Spesso scambiato con il cervone, se ne distingue per l’aspetto elegante e slanciato, il colore spesso uniformemente chiaro e l’assenza di linee longitudinali.
Colubro liscio (Coronella austriaca). Specie poco comune in Abruzzo, è stata segnalata soprattutto nella fascia montana. Nel vastese la sua presenza è probabile ed andrebbe indagata con particolare attenzione.
Colubro di Riccioli (Coronella girondica). Specie molto rara in Abruzzo, esistono scarsissimi dati sulla diffusione della specie nell’Italia centro-meridionale. La sua presenza nel vastese è da confermare.
Geco comune (Tarentola mauritanica). Diffuso in buona parte della regione dove abita soprattutto le zone costiere delle province di Chieti e Pescara, in special modo nelle aree urbane. Nel vastese è presente a Vasto, San Salvo e in varie località della valle del Trigno. E’ stato segnalato a Celenza sul Trigno, ad una altitudine di 645 m.s.l.m. (oss. pers. 2010) e a Palmoli (segnalato da A. Freda, 2013)
Geco verrucoso (Hemidactylus turcicus). In Abruzzo è’ segnalato solo nella Valle Peligna e a Vasto marina (CH).
Lucertola muraiola (Podarcis muralis). Presente e diffusa soprattutto nei centri urbani. Nel vastese è comune in tutti i luoghi adatti, in particolare nei pressi delle abitazioni.
Lucertola campestre (Podarcis sicula campestris). Ampiamente distribuita in tutta la regione. Nel vastese, tra i Sauri, è la specie più comune.
Luscengola comune (Chalcides chalcides). Poco comune in tutta la regione, nel vastese è presente con rare popolazioni da tutelare con particolare attenzione (Punta Aderci, Schiavi d’Abruzzo e altre località). Di abitudini assai elusive, è molto difficile da osservare in quanto al minimo segnale di pericolo si rifugia repentinamente nella tana, da cui non si allontana mai eccessivamente.
Natrice dal collare o Biscia comune (Natrix natrix). Diffusa in tutta la regione. Nel vastese è piuttosto comune negli habitat adatti (stagni, pozze d’acqua, fiumi, torrenti). Gli individui di maggior dimensioni tendono spesso ad allontanarsi dall’acqua e a frequentare anche ambienti boschivi, pascoli, zone antropizzate ecc. In special modo le femmine riproduttive ricercano ambienti aridi per termoregolare meglio.
Natrice tassellata (Natrix tessellata). La specie è segnalata in poche aree della regione. Rispetto alla biscia dal collare raramente si allontana dagli ambienti acquatici. Nel vastese è piuttosto comune nel Treste e sul Trigno, dove è presente con un buon numero di esemplari.
Testuggine palustre europea (Emys orbicularis). In Abruzzo la testuggine palustre è segnalata in pochissime località. E’ presente lungo i fiumi Trigno, Treste e Sinello. Si tratta di una specie particolarmente importante in quanto ritenuta a rischio. Nel vastese è stata segnalata anche la presenza di testuggini palustri americane, introdotte artificialmente dall’uomo. Ci preme sottolineare che liberare in natura animali alloctoni (non appartenenti alla fauna locale), può causare gravissimi danni alle specie autoctone e all’ambiente.
Tartaruga di terra o di Hermann (Testudo hermanni). Un tempo comune, è specie ormai rara e considerata minacciata in tutto il suo areale di distribuzione, che comprende esclusivamente l’Europa meridionale. In Abruzzo, oltre che nella Lecceta di Torino di Sangro, alcuni nuclei di tartaruga di Hermann sopravvivono in pochissime altre aree. Nel vastese la presenza è accertata da numerosi ritrovamenti soprattutto lungo la valle del Trigno (Lentella, Fresagrandinaria, Celenza, ecc.). La presenza della specie deve essere attentamente monitorata e protetta.
Orbettino (Anguis fragilis). Presente in diverse aree della regione Abruzzo. Nel vastese è comune anche se, per via delle abitudini schive, è piuttosto difficile da osservare. E’ presente soprattutto nelle aree collinari. Di piccole dimensioni, spesso viene scambiato per serpente velenoso e barbaramente ucciso.
Ramarro (Lacerta bilineata, Lacerta viridis). Presente in tutta la regione dove risulta localmente molto comune. Nel vastese è facile incontrarlo in particolare nelle aree mediterranee.
Vipera aspis (Vipera comune). Presente in buona parte della regione, anche se molto meno comune di quello che generalmente si ritiene. Nel vastese è relativamente comune nei luoghi adatti (pietraie, muretti a secco ecc.). Nel vastese è assente invece la Vipera dell’Orsini (Vipera ursinii), specie particolarmente rara in tutta Italia, in Abruzzo presente esclusivamente nelle praterie sassose delle principali catene montuose (Majella, Gran Sasso, M.ti della Laga, Velino ecc.)
MITI E LEGGENDE SULLA PERICOLOSITA’ DELLE VIPERE. Nella zona in esame, come per gran parte d’Italia, tra tutte le specie di Anfibi e Rettili presenti, l’unica specie che potrebbe essere pericolosa per l’uomo è la Vipera che, al contrario di quello che si pensa, è estremamente timida e lenta e reagisce solo se disturbata con insistenza o se messa in pericolo. Inoltre, la vipera non sempre inocula il veleno; in almeno il 30% dei casi il morso è a secco; tra l’altro non sempre la dose iniettata risulta tossica e quasi mai mortale. Prova della sua relativa inoffensività è il basso numero di morsicature letali che si registrano statisticamente in Italia (meno di 5 in media all’anno…). Tutte le altre specie di rettili sono del tutto innocue ed ingiustamente perseguitate. Per approfondire il tema delle false credenze che circolano sulle Vipere, consiglio la lettura dell’articolo Vademecum sulle vipere. Tra false credenze e leggende.
Del tutto ridicola, completamente falsa e inventata è la leggenda metropolitana secondo cui…le vipere sono state introdotte artificialmente attraverso lanci da elicotteri e simili….Si tratta di una leggenda particolarmente diffusa. Circa la sua falsità ci sono innumerevoli testimonianze… si veda, ad esempio:
Lancio di vipere da elicotteri
oppure Vipere dal cielo di Silvano Fuso
oppure Vipere e lupi col paracadute
oppure il testo di Paolo Toselli, La famosa invasione delle vipere volanti, Sonzogno, Milano 1994.
IMPORTANTI CONSIDERAZIONI SULLA TUTELA DI ANFIBI E RETTILI!!! La verità è che Rettili e Anfibi sono, invece, essenziali per l’equilibrio dell’ecosistema e assai utili all’agricoltura perché accaniti predatori di specie considerate nocive (in primis, Ratti). Anfibi e Rettili, come sottolineato all’inizio dell’articolo, sono TUTTI particolarmente protetti dalla legislazione regionale, italiana e internazionale. La loro uccisione è un reato penale.
Approfondimenti
La Convenzione di Berna e le altre norme a tutela della fauna e della flora
Regione Abruzzo – L.R. 7 settembre 1993 n. 50 Primi interventi per la difesa della biodiversità nella Regione Abruzzo: tutela della fauna cosiddetta minore
Bibliografia
Atlante degli anfibi e dei rettili d’Italia, AA.VV., (eds) 2006, Edizioni Polistampa, Firenze, 789 pp. Seconda edizione aggiornata: giugno 2009. Sito per ordinare: http://www.polistampa.com/
Atlante degli Anfibi d’Abruzzo, V. Ferri, L. Di Tizio, Mr. Pellegrini (eds) 2007, Ianieri-Talea Edizioni, Atessa, 200 pp. Sito per ordinare: www.ianieriedizioni.it
Atlante dei Rettili d’Abruzzo, L. Di Tizio, Mr. Pellegrini, N. Di Francesco, M. Carafa (eds) 2008, Ianieri-Talea Edizioni, Atessa, 208 pp. Sito per ordinare: www.ianieriedizioni.it
Articolo di: Ivan Serafini
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