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La riqualificazione dei centri storici: una priorità indispensabile per lo sviluppo turistico del vastese.

riqualificazione dei centri storici

La rinascita del vastese può avvenire solo se si capisce che i centri storici devono recuperare l’originaria bellezza, la fruibilità e il decoro.

Visitare i paesi del Medio e Alto Vastese mette in evidenza 2 cose:
1) la valenza storica e ambientale, la ricchezza culturale, e le potenzialità turistiche di questi piccoli paesi collinari e montani;
2) l’urgenza di una pianificazione seria e organica per il recupero e la riqualificazione dei centri storici.

Tutti i comuni del vastese -come gran parte del nostro Bel Paese-  presentano caratteri di unicità e tipicità che offrono, agli occhi del turista e del visitatore occasionale, notevoli suggestioni e curiosità. L’isolamento geografico, le caratteristiche ambientali, economiche e sociali, la lontananza dai grandi centri abitati hanno determinato, pur nella sostanziale omogeneità delle modalità insediative, una notevole variabilità e differenziazione dei paesi anche sotto il profilo socio-culturale, etno-antropologico, linguistico, enogastronomico. L’importanza della particolarità dei centri storici è paragonabile, in campo naturalistico, alla biodiversità  e, come questa, deve essere conservata e tutelata.

Il vastese non si distingue per i fasti dei monumenti che ornano le grandi città d’arte. Al contrario, la caratteristica dominante è la semplicità delle piccole case in pietra, che testimoniano il profondo legame con la terra e con il paesaggio circostante. Gli stessi palazzi signorili suggeriscono elementi di rusticità simbolo di una terra non ricca, ma orgogliosa delle sue origini e tradizioni rurali.

Ad un occhio attento, non può sfuggire l’abilità delle maestranze locali, degli scalpellini, degli intagliatori e dei maestri della lavorazione della pietra che hanno costruito e mantenuto vivi nei secoli questi piccoli paesi arroccati sui monti. La maestria degli artisti succedutisi dal medioevo sino ai primi del Novecento si è conservata sino ad oggi. Basta “grattare” sotto la coltre orribile degli intonaci per far emergere la pietra in tutto il suo splendore!

Ad esempio, bellissimi sono il centro storico di Fresagrandinaria costruito con i cristalli di gesso, i palazzi signorili di San Buono, i borghi di Carunchio, Carpineto Sinello, Palmoli, Furci. Ma indistintamente tutti i paesi del Medio-Alto Vastese e del vicino Molise sono caratterizzati da interessanti fortificazioni, pittoreschi architravi, fontane, chiese, castelli, masserie, case coloniche che fanno di questa terra una piccola “Toscana del Sud”.

Purtroppo, i caotici interventi urbanistici avviati a partire dagli anni ’60 e culminati negli anni ’80, in assenza di Piani Regolatori, hanno degradato e deturpato pesantemente quasi tutti i centri storici.   La rimozione delle  pavimentazioni originali, incuria, demolizioni di antiche mura, abitazioni in muratura, intonaci e colori indecenti, antiestetici cavi elettrici e telefonici che pendono ovunque, tubature a vista e altre “mostruosità” architettoniche, stonano completamente con l’estetica dei borghi.

A onor del vero, negli ultimi anni stiamo assistendo ad un rinnovato interesse da parte di privati cittadini che hanno avviato opere di riqualificazione delle proprie abitazioni. Fioriscono le iniziative estive per  riscoprire gli antichi mestieri, attraverso le “ruve” poco frequentate persino dai residenti. Inglesi, svedesi e americani, si innamorano a prima vista degli scorci tipici dei nostri paesi e stanno acquistando (a prezzi stracciati) immobili storici procedendo alle ristrutturazioni che, pur se dettate da gusti personali, per fortuna spesso tendono a conservare e riscoprire le caratteristiche locali.

Il recupero dei centri storici servirà a rendere questi paesi forti attrattori per gli investitori, che potranno trovare il contesto adatto per l’avvio di iniziative e servizi per accogliere flussi turistici, sempre più esigenti e sensibili all’estetica dei luoghi dove trascorrere le proprie vacanze.

Questo importante processo, però, attualmente sembra affidato completamente al caso e al buon senso dei singoli! Manca una pianificazione generale di recupero e linee guida per la riqualificazione dei centri storici che vedono gli enti locali come attori principali.

Per evitare speculazioni ed ulteriori disastri i Comuni devono dotarsi con urgenza di Piani di Recupero dei Centri Storici e predisporre Manuali per la riqualificazione urbanistica in conformità con il Piano Paesaggistico Regionale, per riqualificare ciò che è stato compromesso e per valorizzare i nuclei storici.

Ancora meglio sarebbe se i comuni del vastese si confrontassero nelle sedi opportune e si dotassero di metodologie e di strumenti comuni e omogenei, nel rispetto delle particolarità di ciascun borgoCondividere il Piano tra i Comuni del vastese, nel rispetto delle specificità, è fondamentale per offrire  un’immagine univoca del territorio, requisito indispensabile per un’efficace promozione turistica. Questo sarebbe molto più semplice se ci fosse un Ente, come ad esempio un Parco Regionale o Nazionale, competente ad emanare linee guida comuni.

Il Piano di Recupero servirà a definire nel dettaglio cosa è consentito (tipi di materiali, di colori, di interventi ecc)  e cosa è vietato fare nei centri storici. In particolare i  progetti di recupero e/o di nuova edificazione, dovranno obbligatoriamente privilegiare la riproposizione di “schemi compositivi” propri della tradizione locale (volumetrie, coperture a tetto, dimensioni e foggia dei balconi, colorazioni delle facciate, ecc.).

Parallelamente le amministrazioni locali dovrebbero attivare l’apertura di appositi uffici e sportelli permanenti  per guidare i cittadini all’accesso di finanziamenti e agli sgravi fiscali finalizzati al recupero e alle ristrutturazioni.

Utilissimi sarebbero anche convegni e corsi sul tema del recupero e del restauro a cura di esperti (architetti,  restauratori, operatori nel campo edilizio ecc.) per illustrare i risultati e i benefici di iniziative simili in altre parti d’Italia.

A tal proposito consigliamo l’attenta lettura del Manuale per la riqualificazione urbanistica del comune di Iglesias. Un esempio che dovrebbe essere seguito, con le necessarie contestualizzazioni, da tutti i comuni del vastese.

Articolo di: Ivan Serafini – Foto di: Alessio Massari