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L’organo della chiesa di S. Giovanni Battista di Carunchio (CH)

L’organo della chiesa di S. Giovanni Battista di Carunchio. Splendido esempio di arte barocca, costruito nel 1775 da Francesco Pasquale d’Onofrio

Lo splendido organo barocco della chiesa di S. Giovanni Battista a Carunchio fu costruito nel 1775 da Francesco Pasquale d’Onofrio  nativo di Caccavone (l’attuale Poggio Sannita, in Molise), che lavorò su un precedente strumento realizzato nel 1692 da Liberatore Pallotta di Agnone su commissione dell’arciprete Giovanni Battista Rinaldi.

In origine l’organo era posto sopra il portale d’ingresso e solo nel 1792, per preservarlo dai fulmini che avevano più volte colpito la chiesa e per migliorarne la resa acustica, fu spostato nella posizione attuale, nel presbiterio alle spalle dell’altare maggiore.

La cantoria lignea, sorretta da due pilastri, presenta un parapetto mistilineo con specchiature corniciate, sormontato da una grata in legno con ricche decorazioni dorate e con al centro un medaglione con l’immagine dipinta di S. Giovanni Battista.

La cassa lignea, riccamente decorata, è addossata alla parete ed ha il prospetto tripartito diviso da paraste e delimitato ai lati da due colonne a tortiglioni rivestite da elementi vegetali dorati, ai lati delle quali, sulle volute, stanno due putti lignei che suonano le canne delle zampogne (gli originali sono stati rubati e sostituiti da queste fedeli repliche).

Il prospetto si presenta suddiviso in tre campate con 31 canne in stagno formanti tre cuspidi (11+9+11); esse presentano le bocche allineate, il profilo piatto, il labbro superiore sagomato a mitria sormontato da punto a sbalzo e il registro di appartenenza è il Principale 16′ dal Do2. La tastiera, a finestra, è originale, con 45 tasti (Do1-Do5 con prima ottava corta); i diatonici sono in castagno placcati in bosso con frontalini lavorati a semicerchi concentrici, mentre i cromatici sono in noce con placcatura in ebano ed intarsio in bosso formante un triangolo.

La pedaliera, anch’essa originale, è a leggio con 8 pedali (Do1-Si1 con prima ottava corta), costantemente unita alla tastiera. I registri si trovano direttamente sulla cassa e sono disposti su due colonne al lato destro della tastiera; sono azionati da tiranti in ferro con pomelli in ottone tornito e i cartellini sono manoscritti a china. Il tiratutti ha due comandi: tirante con pomello in ottone tornito azionante le file del ripieno a partire dall’Ottava, e due pedaloni di legno affiancati posti a destra della pedaliera.

A sinistra dell’organo sono disposti i tre mantici a cuneo, situati entro propria cassa di legno, azionabili manuale attraverso tre stanghe di legno o con elettroventilatore. Il somiere maestro è del tipo a tiro, in noce, formato da due somieri affiancati le cui stecche (13) sono collegate tra loro con assi di legno. I ventilabri sono in totale 49: 24 a cuneo con guide laterali nel corpo di sinistra e 25, sempre a cuneo con guide laterali, in quello di destra. All’interno della secreta del somiere maggiore è presente un’iscrizione a china: “Francesco d’Onofrio Organaro/ di Caccavone F.A.D.1775”.

Lo strumento è perfettamente suonabile e si presenta in ottimo stato di conservazione grazie anche al restauro condotto dalla ditta Inzoli di Crema nel 1998.

Informazioni: Municipio tel. 0873-954392;
Come arrivare: A24/A1 RM-NA uscita San Vittore/ proseguire in direzione Venafro/ Isernia/ Pescolanciano/ Trivento/ Carunchio A1 NA-RM uscita Caianello/ proseguire lungo la SS 372 direzione Vairano Scalo/ poi SS 85 direzione Venafro-Isernia/ SS 650 direzione A14/ SP 202 direzione Torrebruna/ Carunchio.

I costruttori dell’organo di Carunchio: la Famiglia D’Onofrio

Scarse e frammentarie sono le notizie sulla celebre famiglia D’Onofrio, artigiani costruttori di organi provenienti da Caccavone, l’attuale Poggio Sannita nei pressi di Agnone (IS), in Molise.

L’origine della famiglia risale al 1400 ma l’inizio dell’attività, documentata dai loro capolavori, viene fatta risalire solo agli inizi del 1700; lo strumento più antico prodotto dalla loro bottega è quello della chiesa della Madonna dell’Assunta di Castelfrentano, realizzato il 10 luglio 1733 da Franciscus de Honofrio, probabilmente il capostipite della famiglia. A lui è da attribuire anche lo strumeno anonimo della chiesa di S. Antonio a Montazzoli, costruito tra il 1741 e il ’42.

La fama dei D’Onofrio e della loro pregiata arte si diffuse ben presto in tutto il Molise oltre che in Abruzzo e nelle province di Caserta e Foggia, dove si possono tutt’ora ammirare organi di pregevole fattura.

Il maggiore esponente della famiglia nel XVIII secolo fu sicuramente Francesco D’Onofrio, probabilmente nipote del primo, e tra le sue opere maggiori si ricorda l’organo di Santa Vittoria, chiesa madre di Poggio Sannita, realizzato e donato alla parrocchia nel 1769 “eius summam devotionem” (per la sua grande devozione), come si legge in parte dell’iscrizione riportata nella secreta dell’organo.

L’esame dell’organo della chiesa di S. Giovanni Battista di Carunchio dimostra come il D’Onofrio operi seguendo la tradizione organaria tipica dell’area meridionale, di ascendenza napoletana.

Oltre ai più noti Francesco e Pasquale, altri fratelli, figli e nipoti (Nicola, Gennaro ecc…) proseguirono l’arte organara della famiglia, raccogliendo notorietà e fama per la loro maestria; ma fra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento una parte della famiglia D’Onofrio emigrò in Argentina, e purtroppo ad oggi nessuno continua l’arte organara dei predecessori.

Fonte: Per avere informazioni dettagliate su questo e su altri esempi del ricchissimo patrimonio culturale della regione Abruzzo consigliamo vivamente il portale di Abruzzo cultura, da cui è stato tratto l’articolo proposto.